Auguri di Pasqua, a modo nostro

“Abbiamo fin troppe religioni per odiarci, ma non abbastanza per amarci l’un l’altro”. Così si esprimeva nel 1757 Jonathan Swift, l’autore del celebre I viaggi di Gulliver.
Non è un caso che quest’anno il consueto laboratorio teatrale universitario del Suq Festival si ispiri proprio al capolavoro di Swift, riletto e attualizzato dall’antropologo Marco Aime ne “Gli specchi di Gulliver” (ed. Bollati – Bringhieri) . Il progetto educativo iniziato ad ottobre 2015, promosso da ARSEL Liguria – Agenzia Regionale per i servizi educativi e per il lavoro, ha coinvolto 20 studenti universitari provenienti da facoltà umanistiche e scientifiche. Una compagnia multietnica – Iran, Panama e Cina, solo per citare alcune delle origini dei ragazzi – che dopo 6 mesi di apprendimento delle tecniche teatrali debutterà con lo spettacolo “Gulliver Story” il prossimo 26 Aprile al Teatro Altrove di Genova.
I viaggi di Gulliver sono metafora delle migrazioni contemporanee. Un’umanità globalizzata, che ogni giorno più o meno facilmente attraversa le frontiere nazionali e nel suo viaggio, incontra spesso usi e costumi diversi dai propri. Per Gulliver, non esistono selvaggi da civilizzare, trasformare o annientare. Esistono solo persone diverse, di cui incuriosirsi e magari da cui apprendere nuove conoscenze.
Da 18 anni il Suq Festival tenta attraverso l’arte, il teatro e il dialogo interculturale di abbattere le frontiere e sconfiggere le paure verso “il diverso”. Nonostante a volte sembra che i processi di integrazione siano falliti (ma sono cominciati davvero, ci chiediamo?) e ritornino in primo piano in collegamento ai tragici fatti dell’attualità, a Bruxelles dei giorni scorsi – prima ancora accaduti in Turchia, Costa d’Avorio, Yemen, Somalia, Afghanistan, Libia, Iraq, Niger – continuiamo a pensare che il modello Suq, un luogo dove alla paura si risponde con la conoscenza, lo scambio e l’educazione, sia quello vincente. Basta venire a Genova a giugno, quest’anno dal 16 al 26, per rendersene conto di persona; in una rassegna di teatro, musica, incontri declinati intorno al tema “Generazioni, memoria e futuro”.
I nostri auguri di Pasqua sono dedicati alla memoria di tutte le vittime del terrorismo religioso, e vogliono essere un messaggio di speranza e di fede nell’Europa che vogliamo, aperta al dialogo, al confronto, saldamente ancorata ai principi di tolleranza e di giustizia.