Un racconto di Carla Peirolero per ricordare Don Gallo a cinque anni dalla scomparsa
Quello che legava Don Gallo e Carla Peirolero, direttrice del Suq Festival, era una sincera amicizia, costruita in anni di collaborazioni e scambi di idee. Nel quinto anniversario dalla scomparsa del Prete da marciapiede – come lui amava definirsi – riproponiamo l’articolo scritto da Carla Peirolero e pubblicato nel libro Genova Mia. La città come non è mai stata raccontata (Casa editrice Polaris) a cura di Elda Cerchiari Necchi e Chiara Rosati.
Il mio primo contatto con Genova? Quello di una bambina seduta in Vespa, dietro il papà, che arriva dall’entroterra di Savona in via Pré.
Fine anni Sessanta, il mito del mercato di Shangai e di via Pré arrivava oltre il colle di Cadibona. In via Pré si trova bella roba, anche straniera, si compra bene. Questo il mio primo contatto con Genova, e in fondo ci si può intravedere un viatico, una scelta: i vicoli, il mondo dove si mescolavano già allora facce diverse, un mercato dal nome esotico, che portava con sé immagini, fantasie. Nella realtà un insieme di banchi all’aperto, anticipi di gazebi e chioschi odierni, dove con le navi, in gran parte dall’America, arrivavano cappotti, abiti, giacconi, zaini. Cotone buono, che durava; un impermeabile nero di cotone, marinaro, lo ho ancora in armadio.
Poi l’Università, il teatro, don Gallo. Genova è diventata la mia città. In fondo quello stupore di bambina foresta è rimasto ancora oggi quando attraverso i carrugi. Si cercano le piazzette come oasi di luce, per sedersi e guardare in su. E al cielo ci arrivi tra corde di bucato che corrono da un palazzo all’altro, lenzuola e mutande, finestre con piantine di basilico o rosmarino anche loro a prendere aria e sole. Se ne trovano più di quanto parrebbe, basta fare qualche deviazione, curiosare qua e là. Percorrendo via Prè – e non abbiate paura, di giorno c’è un via vai colorato sì, ma non pericoloso – dalla Stazione Principe verso est, si arriva a via del Campo, a cui Fabrizio De André ha dato fama internazionale, con quella canzone che ci ricorda che “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. Al 29 rosso il negozio già di Gianni Tassio, dove è allestita una mostra permanente dedicata a Faber e alla scuola dei cantautori genovesi. Poco lontano, una deviazione a sinistra, porta in una di quelle piazzette, quella a me più cara: piazza Don Gallo. Era il 111 maggio 2013 quando don Gallo ci ha lasciato, e l’anno dopo il Comune di Genova ha voluto intitolargli la piazza del centro storico a cui lui era particolarmente affezionato, all’interno dell’antico ghetto, in una zona che dopo anni di degrado ora pare rivitalizzata. La piazza è abbellita di fiori e piante, tenuta in ordine da un gruppo di trans amiche del Don… continua a leggere.