La mia casa è dove sono, e la vostra? Il pubblico ha risposto…

La mia casa è… il profumo della salsa frescala mia famigliasono io, radici salde piantate nella mia terra e rami protesi conoscere il mondo, in un viaggio ininterrotto, accanto a chi amo. La mia casa è …negli occhi di chi si appoggia ai miei…

Ma La mia casa è… anche il disegno di cuore trasformato in un palloncino, legato a un nastro rosso e pronto a spiccare il volo. O, semplicemente – da buon genovese – La mia casa è… la focaccia, ma è anche la mamma e i quadri di mio padre….

Sono state più di 300 le risposte degli spettatori – alcune in rima, altre disegnate –  alla domanda che veniva consegnata su un foglio a fine spettacolo, per farci raccontare qual è il vostro modo di sentirvi a casa.

Questo è stato uno dei lasciti dello spettacolo La mia casa è dove sono in scena al Castello D’Albertis, a luglio scorso. Abbiamo letto e conservato quei messaggi  e ne leggeremo una parte  al Castello D’Albertis il 12 ottobre, alle 18, nell’incontro in cui presenteremo anche i progetti futuri del Suq, che il prossimo anno festeggia i 20 anni dalla sua nascita (clicca qui per scoprire i dettagli dell’evento).

Pagina dopo pagina, messaggio dopo messaggio, ci avete fatto entrare nella vostra casa, abbiamo sentito, come voi, il profumo della salsa fresca – che ricorda pomeriggi d’estate – abbiamo volato con voi su cieli infiniti, abbiamo immaginato le vostre radici e i vostri rami. Abbiamo anche sorriso ad alcune battute ironiche – La mia casa è dove pago l’Imu – o ai disegni dei bambini.

Sì, è stato bello incontrarvi, leggere le vostre parole e raccogliere i vostri applausi. Lo spettacolo ha avuto un grande successo di pubblico, registrando il tutto esaurito a ogni replica, anche a quella straordinaria dell’ultima sera.

Di sicuro ha intercettato un tema sensibile, un bisogno che sentiamo tutti, migranti o no, di riconoscere i luoghi della nostra storia personale, di raccontarci, di entrare in relazione con gli altri a partire da quello che è stato il nostro passato, e dai desideri che ci muovono, verso il futuro. Avremo modo il 12 ottobre di parlarne,  intanto, visto il successo, stiamo lavorando insieme alla Direzione del Museo delle Culture del Mondo per riprendere lo spettacolo, che tanto ha colpito tutti, e che vedeva in scena 20 interpreti (guarda la fotogallery).

Come ha scritto Carla Peirolero: “È stato un modo per dare rappresentazione al bello del viaggio che gli altri ci portano, da sempre la mission del SUQ da quando nel 1999 abbiamo fondato l’Associazione e il Festival. Una missione che La mia casa è dove sono rappresenta  in pieno, perché consente il contatto con un ventaglio multiculturale, intergenerazionale, che  nelle lingue spazia dal rumeno al genovese, dall’arabo all’albanese, al persiano, allo spagnolo, al portoghese. E tutti si comprendono, e tutti si preoccupano di farsi capire, con un gesto o uno sguardo, anche senza traduzione” (continua la lettura sul blog del Suq)


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