Il Suq è una sfida e una festa, è cultura circolare che fa bene
Il 23° Suq Festival si è chiuso con il sorriso. Non solo per il bilancio positivo fornito dal confronto dei numeri, ma per la consapevolezza di avere offerto alla città un momento di incontro e di confronto sui temi più attuali, e a volte drammatici come l’Afghanistan, senza rinunciare a momenti sereni per stare insieme, attorno a un tavolo o in dialogo con artisti, esperti, scrittori. Per conquistare gli uni con gli altri la fiducia nella capacità di agire per cambiare, in meglio, il mondo.
L’afflusso di pubblico durante i dieci giorni di Festival, dal 27 agosto al 5 settembre 2021, è stato costante al Porto Antico, a Piazza delle Feste e in un caso all’Isola delle Chiatte, per assistere a concerti e spettacoli, partecipare agli incontri, curiosare tra le attese e apprezzate botteghe artigianali e le spezie, gustare le specialità servite dalle cucine etniche con il loro profumo invitante. Molti i giovani presenti, anche grazie alla collaborazione con Cittadini Sostenibili e alla partecipazione di associazioni motivate sui temi dell’ambiente, uno dei temi centrali del Festival insieme al dialogo tra culture.
“Il SUQ è un viaggio meraviglioso tra la gente di tutti i continenti”, aveva scritto Don Andrea Gallo, e mai come quest’anno è stato forte il desiderio di rappresentare la ricchezza delle differenze, con 20 paesi attraversati in tanti modi, nella dimensione però di un uguale cammino verso un futuro sostenibile: “Noi siam peregrin come voi siete”
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“Il Suq è una festa”, così l’altro giorno arrivando al Porto Antico ho sentito rispondere da una bambina a una amichetta che le aveva chiesto cos’è il Suq. Sì, e come in tutte le feste riuscite, tutto contribuisce a farne un momento indimenticabile.
Impossibile citare uno spettacolo, un concerto, un workshop o un incontro che sia stato particolarmente significativo, sarebbe fare un torto alla varietà e bellezza di un programma che non ha tradito le promesse. E i risultati si sono visti anche nella risposta dei media
Le fatiche sono tante e i problemi economici anche ma ne vale la pena. Il Suq è una sfida, che si vince grazie alla passione e alla competenza di oltre 20 persone di staff.
Credo che il Suq sia una sfida e una festa, un esempio di cultura circolare, dove l’elemento della partecipazione è fortissimo. Noi ci mettiamo in dialogo con i cittadini in tanti modi, e loro rispondono. Quest’anno l’esperienza del dopo teatro, con pubblico ed artisti a commentare lo spettacolo appena visto è stata di sicuro un esempio di quanto la crescita culturale, sia reciproca, nel confronto.
Come ha scritto Nando Dalla Chiesa, raccontando la nostra storia, nel recente articolo su Il Fatto Quotidiano, il Suq è “tagliato su misura per la città del Nord più aperta per definizione”. Ci sarebbe molto da dire sulla capacità di visione delle amministrazioni pubbliche a questo proposito, ma per ora godiamoci il successo, a cui hanno contribuito in tanti.
Grazie innanzitutto ai nostri partner, allo staff, a chi ci ha sostenuto con la Suq Card 2021 e a chi ha comprato i biglietti del teatro al Suq partecipando così alla donazione di prodotti Coop Liguria per il Centro per non subìre violenza.
Inaugurato nel segno femminile, con Pietra Montecorvino e il lancio del Premio Roberta Alloisio, il 23° Suq Festival si è chiuso con il flash mob 100 donne vestite di rosso ideato da Alessia Ramusino, in solidarietà con le donne resistenti dell’Afghanistan.
Le donne al centro, non potrebbe essere altrimenti in un festival che sulla forza femminile ha puntato da subito, e con ragione.
Carla Peirolero
Aiutaci a migliorare! Compila qui il breve questionario realizzato in collaborazione con Cittadini Sostenibili: ha lo scopo di raccogliere le opinioni di chi ha partecipato a una o più iniziative all’interno dell’edizione 2021 del SUQ Festival, ma anche di chi non ha potuto partecipare quest’anno ma conosce e ha frequentato il Festival nelle passate edizioni, e di scoprire qualcosa in più sulle vostre abitudini sostenibili.
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